COULOIR DELL’H – MONTE NERO DI PRESANELLA
Monte Nero di Presanella
Couloir dell’H
450m, AI3 M3 D+
Ripetizione: Mauro Bologna, Fabrizio “Gasetti” “Gas” Gaspari, 18-19/11/2022
La notte ho caldo, mi giro e rigiro ma tutto sommato dormo bene, la sveglia non ha quello stridore doloroso che ha di solito prima delle 5 del mattino. Ci alziamo e, a parte Emanuele e Vaida che rimangono a letto, scaldiamo l’acqua e prepariamo la colazione velocemente. Ci aspetta un gran freddo fuori! Siamo nel bivacco invernale del Rifugio Segantini in Val Nambrone e per questa giornata abbiamo deciso di provare a fare Clean Climb, sulla parete Nord-Est del Monte Nero di Presanella. Quella che abbiamo scelto è una via di misto spesso ripetuta che se in buone condizioni regala dei tiri mozzafiato. In particolare il terzo, il più apprezzato, è un diedro con un nastro di neve/ghiaccio nel mezzo.
Walter e Chiara escono per primi, Gas mi è davanti e io avanzo con calma, senza fretta. Sto imparando che correre negli avvicinamenti non serve a molto, anzi, a me fomenta una certa inquietudine. Il sentiero per la parete Nord-Est supera un laghetto, e poi, giunti alla morena, piega a destra verso un pianoro senza seguire la traccia di salita per la normale alla Presanella. Walter e Chiara, non avendo già sbagliato come noi il giorno prima, piegano a sinistra verso la normale. Quando ci accorgiamo che stanno sbagliando, consigliamo da lontano di tirare nella direzione opposta. Salutati gli amici proseguiamo da soli sul sentiero battuto il giorno prima.
Quasi alla vista della parete, dove ci eravamo fermati il giorno prima, come di consueto il mio organismo percepisce l’apprestarsi del pericolo e quindi devo fermarmi per un piccolo scarico e lo stesso fa pure Gas. Incredibile la regolarità con la quale questo fenomeno avviene…
Finalmente possiamo vedere la parete che il giorno prima non siamo riusciti a vedere: la via sembra formata, neve poca e speriamo sia portante…
Sul libro del bivacco avevamo letto che il giorno prima del nostro arrivo la via era stata ripetuta, anche se sul libro c’era scritto solamente “bella bella” e nessun altro indizio utile.
Incominciamo ad alzarci più velocemente di quota tra qualche seracco e qualche pendio di neve misto a ghiaia. In poco tempo siamo sotto all’attacco dove facciamo un piccolo terrazzino nella neve.
“Pari o dispari Gas?”
“Pari”
“…bim… bum… bom!”
“Pari, vinco io!”
“Bastardo ti becchi il tiro del diedro!”
Sbroglio le corde e ci dividiamo il materiale, si mangia e si beve qualcosa, imbraghi addosso, ramponi, ci si lega, un cinque alto e Gas parte.
Il bello del granito sulle vie di misto è che ci si riesce a proteggere adeguatamente nelle fessure con dadi e friends, cosa che ci è praticamente preclusa nelle Alpi di casa… le Giulie…
Gas procede sulla neve che a tratti non è portante, sono dubbioso, lo vedo procedere a mio giudizio troppo lentamente. Supera un diedrino che spiana e trova una sosta dalla quale dovrebbe proseguire per vincere un breve strapiombo.
Tenta, ridiscende, prova a destra, ridiscende. Non passa.
Capisco dal movimento della corda che sta allestendo una sosta e poco dopo mi dice che si fermerà lì, sull’unica sosta attrezzata della via.
Le corde vengono recuperate e posso partire, mi muovo velocemente da secondo senza il peso del possibile volo e raggiungo Gas. Vedo il breve strapiombo e vedo sulla sinistra la neve fresca smossa dai suoi tentativi. Mi dice che la neve non è portante e che non se la sentiva di proseguire. Avendo la sosta attrezzata proprio in quel punto ha preferito fermarsi là.
“Se vuoi prova tu a passare, devi attrezzare la sosta qua sopra”
“Se questo era il tiro facile, non voglio immaginare tra quanto usciamo in cima, le difficoltà son sopra… se anche passassimo, comunque non abbiamo più soste attrezzate su. Se ci ritiriamo dobbiamo per forza lasciare materiale e le difficoltà maggiori sono alla fine… non voglio uscire col buio…”
“Sai come la penso, se ci sono dubbi è meglio ritirarsi”
“Io son per scendere, raggiungiamo Walter e Chiara sul Couloir”
Prepariamo la doppia e in pochissimo siamo già all’attacco del Couloir dell’H, un canale nevoso a risalti con passaggi di misto. Meno selettiva ed effimera di Clean Climb e più spesso in condizioni anche grazie alle minori difficoltà.
Il piano B lo avevamo ma non volevamo dircelo senza aver provato veramente l’altra via.
Arrivati all’attacco ci leghiamo e faccio per partire sul primo muretto verticale. Batto il cinque e faccio per partire, Gas mi guarda molto sconfortato.
“Grazie Mauret”
“E de che?!”
“Per esserci sempre in queste in situazioni”
Capisco come si sente, alle volte la rinuncia ha un sapore veramente amaro. Io sono meno afflitto perchè sapevo fosse una via impegnativa per noi e viste anche le condizioni della neve non mi è stato così difficile rinunciare. Infine avevamo un’altra valida alternativa di salita, più facile certamente e forse meno soddisfacente per le nostre abilità, ma era pur sempre una salita in un luogo nuovo per noi.
Parto sul muretto verticale di neve pressata e in 6 o 7 metri sono fuori dove spiana, trovo una sosta e recupero Gas. Parte lui su un muro quasi verticale e poco dopo trova una sosta. Dopo questi due salti la via prosegue su un canalone di neve a circa 65°e visto l’innevamento ci sleghiamo e proseguiamo senza sicura fino a dove vediamo Chiara fare sicura a Walter su uno dei due passaggi di misto più impegnativi.
Allestita una sosta di dubbia tenuta sulle picche, parto sul tiro che inizia come canale e che via via restringendosi si incunea sotto ad un saltino strapiombante. Metto un micronut in una fessurina e poi un friend poco più avanti, mi avvicino allo strapiombo, provo un incastro con la picca e va bene, mi alzo un pò, divarico le gambe e quando carico l’altra picca si stacca una bella porzione di neve che sembrava essere portante. Resto su una picca, a gambe divaricate sui lati del canale, abbracciando un pezzo di neve grande come un comodino. Avviso Gas dell’imminente “scarica” in arrivo ma non faccio in tempo a dirlo che il comodino mi si sgretola in diversi pezzi addosso. Appena liberato dalla neve supero il salto e mi metto in sosta. Recupero e parte Gas sul secondo passaggio, il più impegnativo della via, che risolve velocemente. Riparto io sulla parte finale del canale lungo più di 60 m con qualche passaggio di misto e proseguiamo in conserva protetta fino a sbucare sulla cresta sommitale dove vedo Walter e Chiara felici di essersi riuniti a noi.
L’ambiente è stupendo, la neve assieme alle nuvole basse e il sole creano un’atmosfera eterea, vorrei proseguire fino alla cima della Presanella ma è solo un desiderio.
Recuperato Gas, mangiamo qualcosa. Foto di “vetta” e iniziamo a scendere.
Fortunatamente, Emanuele e Vadia, dei quali non ho descritto la meta, hanno superato Walter e Chiara nella salita del Couloir e conoscendo la via di discesa sono tornati velocemente al bivacco tracciando la via di rientro che si è dimostrata più impegnativa di quanto pensassimo.
Il sentiero di rientro, con le sue difficoltà, scorre lentamente, il freddo congela l’acqua nella borraccia appesa all’imbrago e tra qualche caduta e qualche passaggio dove bisogna fare attenzione, torniamo al bivacco infreddoliti dopo una giornata passata all’aperto.
Al bivacco mettiamo in ordine il materiale e si scende velocemente ad una stube prima di mettersi in macchina per cinque ore…
Mauro Bologna
- all'attacco della via Clean Climb dove ci siamo ritirati
- Couloir dell'H (visione d'insieme)
- in approccio alla via
- in arrampicata sul Couloir dell'H
- vetta
