Chi siamo
Verso la fine degli anni ’20 nella Val Rosandra ci fu un continuo apporto di nuove leve che si avvicinavano all’arrampicata e fra questi un giovane, anzi ancora un ragazzo, venne a passare di là e la settimana dopo fu di nuovo lì con i rocciatori per imparare l’arte di scalare le pareti.
Timido ed impacciato all’inizio, si rinfranca in seguito, destinato a diventare uno dei più perfetti conoscitori e scalatori della Valle; il suo nome è Umberto Pacifico soprannominato “Berto”, che ha fatto da maestro a generazioni di neofiti avvicinando, anche in qualità di Direttore della Scuola Rocciatori, molte persone all’alpinismo. Divenne anche membro del Club Alpino Accademico Italiano. Ed è proprio a questa figura che il gruppo di alpinismo giovanile della S.A.G ha dedicato il suo nome.
Il gruppo di alpinismo giovanile è pertanto rivolto ai giovani di età compresa tra i 8 e i 17 anni e si propone come finalità l’educare i giovani ad assumere il comportamento tecnico e psicologico necessario a chi desidera andare in montagna.
Responsabili
Il gruppo è composto da accompagnatori titolati CAI che a vario titolo si occupano del buon funzionamento delle attività didattiche e da alcuni aiuto istruttori che coadiuvano le uscite in ambiente.
Paolo Candotti
Giorgio Bozzolini
Lia Moroni
Paolo Toffanin
Giuliana Strukel
Paolo Mazaraco
Progetto educativo
L’Alpinismo Giovanile ha lo scopo di aiutare il giovane nella propria crescita umana, proponendogli l’ambiente montano per vivere con gioia esperienze di formazione. Il Giovane è il protagonista delle attività di Alpinismo Giovanile e pertanto non si può prescindere da una dimensione educativa tramite l’impegno di un gruppo di accompagnatori mediante i quali si realizza il progetto educativo dell’Alpinismo Giovanile.
Il Gruppo dei giovani in questo contesto si sviluppa come nucleo sociale all’interno del quale si attua l’attività educativa. Le dinamiche che vi interagiscono sono finalizzate ad orientare le aspirazioni del giovane verso una vita autentica attraverso un genuino contatto con la natura. Attraverso un metodo dell’imparare facendo il giovane viene coinvolto in attività divertenti stabilendo con lui un rapporto costruttivo secondo le regole.
Tutti gli interventi degli adulti devono essere finalizzati ad esso nella consapevolezza di instaurare così un rapporto dialettico tramite il quale il giovane possa trovare elementi di maturazione nel confronto costruttivo e sereno con l’adulto, visto come modello positivo di vita.
Nella situazione attuale si prendono in considerazione giovani dall’inizio della fase di socializzazione ed indipendenza fino al completamento de! processo si maturazione dell’adolescenza con una articolazione operativa secondo le tre classiche fasce di età’: 8-11, 11-14, 14-17 anni.
Gli obiettivi dell’Alpinismo Giovanile verso i giovani nello sviluppo del proprio lavoro sono:
- crescita umana del giovane tramite il contatto con l’ambiente montano e l’esperienza di gruppo
- formazione culturale di base
- cognizioni tecniche di base per la sicurezza
- ampiezza delle proposte per una scelta consapevole;
- opportunità formative per aiutare il giovane nella propria ricerca dell’autonomia sia come uomo sia come alpinista
Il “Gruppo” sarà composto da gruppi numerosi seguiti da un numero di accompagnatori in rapporto di 6 a 1, più un Accompagnatore coordinatore. Tale rapporto deve intendersi variabile in relazione alle necessità tecnico/alpinistiche, didattiche o educative. Resta inteso che l’articolazione operativa sarà strutturata abbinando momenti di attività comune ad altri più consoni ai bisogni delle diverse età.
La vita nell’ambiente montano offre le più stimolanti occasioni di coinvolgimento ed è l’ideale per svolgere in libertà attività motorie nello spirito dell’avventura, col fascino dell’esplorazione e lo sviluppo delle capacità manuali, creative e di osservazione. Giocare ad andare in montagna e il recupero della dimensione ludica come metodo educativo finalizzato all’apprendimento: è essenziale per instaurare un costruttivo rapporto di coinvolgimento del giovane.
In tale contesto il coinvolgimento dei genitori è previsto ed assume importanza di carattere sia promozionale (per l’influenza che il genitore esercita sul giovane) sia informativo (conoscenza delle attività svolte all’interno della sezione). Resta inteso che il rapporto tra accompagnatori e genitori deve svilupparsi nel rispetto dei reciproci ruoli.