PREALPI GIULIE: IL RIO RESARTICO E LA MINIERA
ESCURSIONE ANNULLATA CAUSA MALTEMPO!
da Borgo Povici (Resiutta) (349 m), per la valle del Rio Resartico, all’ex miniera di bitume (1043 m)
La Commissione Escursioni della Società Alpina delle Giulie e il Gruppo Escursionismo dell’Associazione XXX Ottobre propongono un’escursione lungo il Rio Resartico fino a raggiungere l’ex miniera di bitume.
Le miniere del Rio Resartico, alle pendici settentrionali del Monte Plauris, hanno costituito per oltre un secolo un concreto riferimento per un’intera comunità locale. Esse sono state, infatti, tra le principali fonti di reddito per gli abitanti di Resiutta.
Oggi a testimoniare la dura vita dei minatori restano pochi ruderi e gallerie scavate nella montagna con la forze delle sole braccia.
Percorrendo il sentiero CAI 702 si raggiungono , a quota 895 m slm, i ruderi del villaggio minerario e un comodo ricovero sempre aperto.
Salendo ancora per una decina di minuti, è possibile arrivare all’ingresso della miniera messo in sicurezza dalla direzione Parco delle Prealpi Giulie.
Dalla fine dell’ottocento e fino a primi anni cinquanta del novecento, nella miniera, da venature bituminose intercalate alle rocce dolomitiche, si estraeva un minerale bruno, leggero, di facile infiammabilità; questo veniva portato a Resiutta con una teleferica e trasferito in un fabbricato ubicato sulla sinistra del torrente Resia, poco a monte dell’abitato.
Qui veniva distillato per estrarne alcuni oli minerali pesanti, utilizzando come combustibile i gas che si liberavano durante la lavorazione e si otteneva, inoltre, anche l’ittiolo, usato come farmaco. La prima illuminazione pubblica della città di Udine fu alimentata dall’olio distillato da questi minerali.
L’incassata valle del Rio Resartico è caratterizzata da una vegetazione varia e diversificata, in cui si possono ritrovare le tipiche specie delle Prealpi Orientali.
Sono presenti estesi popolamenti forestali di pino nero d’Austria lungo le pendici più scoscese, mentre i pianori sono dominati dal faggio, dal carpino nero, dall’orniello e dall’acero riccio e di monte. Aumentando di quota, laddove le condizioni ambientali non permettono l’insediamento del bosco, sono presenti estese zone di pino mugo.
Purtroppo, per problemi organizzativi, salta la “castagnata” che avevamo previsto di realizzare a Chiusaforte.
L’AVVICINAMENTO
Usciti dall’autostrada a Carnia/Amaro si percorre la statale 13 Pontebbana fino a Resiutta si svolta a destra e, attraversato il paese, si prosegue fino a Borgo Povici dove si parcheggiano le auto.
DESCRIZIONE DEL PERCORSO
Per raggiungere la Miniera del Resartico si parte dalle ultime case della borgata di Povici di Sopra (349 m) e si segue il sentiero CAI 702.
Il percorso si sviluppa nella valle modellata dal Rio Resartico e permette di cogliere alcuni significativi aspetti geologici e botanici della zona.
Si segue, dapprima, la strada sterrata e poi il sentiero lungo la valle che s’inerpica lungo un percorso intercalato da rigogliosi tratti boschivi e aspri alvei torrentizi.
Si procede, ora a destra ora a sinistra del torrente, tra fiumane ghiaiose, che scendono dai contrafforti del Plauris e del Lavara, e fra la vegetazione tipica delle Prealpi Giulie.
A quota 570 m (cartello) si abbandona la strada sterrata e si prende, a destra, il sentiero che calca le orme dei minatori che fino a qualche decennio fa, estraevano gli scisti bituminosi dal monte Plauris.
Questo percorso porta proprio ai resti del Borgo Miniera e al ricovero Resartico (895 m), un comodo e confortevole rifugio a disposizione degli escursionisti.
Ancora un breve sforzo e, in poco più di 10 minuti, si giunge fino all’ingresso della miniera abbandonata (1043 m).
Qui finisce la salita, ma il sentiero continua abbastanza ben segnato fino alle rovine di malga Lanis e a Forca Flips (1631 m) e poi per tracce sale fino in cima al Plauris. Ma questo è materiale per un’altra gita.
Per scendere si ripercorrerà lo stesso itinerario di salita.
Variante: scendendo, a quota 570 m, si devia a destra nei pressi di un cantiere che sta ripristinando un guado. Attraversato il torrente, si prende una traccia che ritorna a Povici, seguendo il tracciato del vecchio acquedotto. Si traversa lungamente in quota su cengia, passando due ponticelli, percorrendo anche alcune brevi e basse gallerie (in una bisogna procedere a carponi) sempre in un ambiente suggestivo e selvaggio.
Questo tratto è più impegnativo e più esposto del percorso fatto all’andata e, nel tratto finale, scende molto ripido per un costone boscato e scosceso.
Difficoltà: Escursionistico (E)
Sviluppo: 10 km
Dislivello: 700 m
Cartografia: Carta Tabacco 27, in scala 1:25.000
Molto comodi i bastoncini e utile una pila frontale da utilizzare nelle brevi gallerie della variante.
Ore 7.00 ritrovo e partenza da Piazza Oberdan, rientro previsto a Trieste verso le ore 20.
Escursione effettuata con mezzi propri.
Direttore d’escursione: Franco Fogar
cellulare sociale della SAG: 353 4556929 attivo solo nel giorno dell’escursione
Quota Soci CAI € 7,00 (inclusiva del contributo per le spese di sopralluogo)
Per i non soci supplemento di € 12,00 per Assicurazione Infortuni e Soccorso Alpino.
Info ed iscrizioni alla Società Alpina delle Giulie, via Donota 2, tel. 040 369067 dalle 17.30 alle 19.30 entro venerdì.
foto: Marco Di Lenardo e supermontifvg