ESCURSIONE DI CHIUSURA 2023 SUL CARSO
Gropada, Dolina celtica, Via Imperiale, Quercia di Napoleone, Museo Carsico all’aperto, belvedere della Voragine dei Corvi/Golokratna Jama, passaggio nella vecchia polveriera, Orlek, Dolina di Orlek, Monte Franco (407 m), Bosco Stossich, Stagno di Gropada, Gropada.
La Commissione Escursioni della Società Alpina delle Giulie e il Gruppo Escursionismo dell’Associazione XXX Ottobre propongono un’escursione sul Carso triestino e sloveno con pranzo/cena di chiusura del programma escursionistico 2023.
Dopo aver parcheggiato le auto nella strada che porta al valico confinario di Gropada s’inizia l’escursione imboccando la carrareccia (segnavia 3) che porta, in discesa, in direzione di Basovizza. Dopo alcune intersezioni a un bivio si prende una traccia, non segnata, che, attraversando delle lande, porta al Bosco Impero dove, dopo aver superato un muretto, si entra nella Dolina celtica di Basovizza con la sua imponente struttura a gradoni del tribunale celtico.
La cosiddetta “dolina celtica” di Basovizza è non solo uno dei luoghi più affascinanti del Carso, ma anche uno dei più misteriosi; tanto da aver generato un vero florilegio di ipotesi sulla sua origine, ed una suggestiva leggenda. La dolina, profonda circa 6 metri, ha una forma triangolare; lungo il lato sud un muro massiccio sostiene un ripiano artificiale, sotto il quale si apre una cavità, una cameretta circolare, a cui si accede per un corridoio con il soffitto di grandi lastre calcaree. Gli altri due lati della dolina sono costituiti da gradoni, costruiti con massi megalitici e con un riempimento caotico di pietrame. I gradoni verso nord-est sono meglio conservati, mentre gli altri (forse incompiuti) sono parzialmente crollati. Un’altra stanza ipogea, dotata di due piccole finestre e con il soffitto a falsa cupola, si trova lungo una delle gradinate. Un elemento curioso è la serie di rozze steli, parzialmente scolpite: sorta di piccoli menhir, originariamente distribuiti lungo tutti i gradoni e sul ripiano artificiale; oggi molti sono crollati ed altri purtroppo, nel corso del tempo asportati. La sommità di queste steli è a forcella, come per servire da sostegno ad una balaustra. Fino agli inizi del ‘900 tutta la costruzione era circondata da un massiccio muro di pietra, dotato di un unico ingresso. Questo muro fu demolito per ricavarne materiale per le dighe foranee del Punto Franco Nuovo. Certamente non si tratta di una delle normali doline, spietrate ed attrezzate con gradoni a fini agricoli: infatti no sembra che la dolina sia mai stata coltivata, e le ridotte dimensioni non avrebbero mai giustificato un lavoro di tale mole (alcuni dei massi impiegati nella costruzione pesano più di 2 tonnellate!). Saggi di scavi archeologici non hanno fornito risultati significativi: nell’ipogeo inferiore sono stati trovati alcuni cocci romani e protostorici, la cui origine non è però determinabile con certezza. Questa costruzione viene citata per la prima volta nel 1630, in un documento relativo alle confinazioni tra il territorio di Trieste e la contea di Schwarzenegg di Benvenuto Petazzi; tra i riferimenti di confine, viene citata una “vale o Dolina nella quale dicessi già stato un Cortile dei Misteri.” Quindi, già allora l’origine e la finalità di tale costruzione erano sconosciute… anche se il nome “Cortile dei Misteri” potrebbe darci un indizio.
Ritornati brevemente sui nostri passi si prosegue fino ad arrivare alla Strada Imperiale che porta da Basovizza a Sezana, poco aver superato il confina nazionale si prende un sentiero che, in leggera salita, ritorna verso il valico confinario di Gropada. Dopo averlo superato si arriva al maestoso esemplare di quercia plurisecolare, nota come la “Quercia di Napoleone” (Napoleonov Hrast).
Il nome pare derivare dal fatto che veniva usata dai soldati francesi per legarvi i cavalli. Secondo un’altra leggenda, meno verosimile, alla sua ombra si fermò a riposare Napoleone Bonaparte stesso.
L’incrocio di strade è, nella tradizione europea, un punto magico, destinato a catalizzare insondabili forze, per lo più legate a pratiche di guarigione, o dove sono possibili incontri con esseri e figure mitologiche. Il trivio in cui si trova la “Quercia di Napoleone” non fa eccezione, ed esistono molte leggende sul miracoloso potere di guarigione di questa quercia.
Una volta, un vecchio di Gropada, sentendo approssimarsi la propria fine, decise di andare a morire ai piedi di questa quercia.
Si congedò dagli amici e dai parenti, e si avviò lentamente lungo la strada: si sedette poi ai piedi della quercia, e qui rimase in attesa che si compisse il suo destino.
Calò la sera, e il vecchio trascorse tutta la notte ai piedi della quercia.
Al mattino il vecchio si alzò, sentendosi straordinariamente bene: e tornò al paese, dove il suo ritorno destò meraviglia, anche perché sembrava ringiovanito di vent’anni. E tanto a lungo infatti, il vecchio visse ancora (…)
Ma la quercia non dispensava i suoi poteri magici solo agli abitanti di Gropada: anche quanti arrivavano da villaggi, anche lontani, in occasione del mercato del bestiame che si teneva tradizionalmente a Basovizza, presero l’abitudine di fermarsi a riposare ai piedi di questa quercia, sperando nella guarigione da malattie più o meno gravi; oppure di portarsi a casa foglie e ramoscelli, per combattere sfortuna e maledizioni.
Continuando il percorso si passerà all’interno del Museo vivente del Carso (Zivj Muzejkrasa), in particolare nei pressi della pietra solitaria (Kamniti Osamelec). Subito dopo, seguendo il tracciato dell’Alta tensione che collega Padriciano a Sezana si ritorna sulla strada principale che si lascia in prossimità dell’ex polveriera di Orlek.
La vecchia polveriera di Orlek si trova sulla strada Basovizza – Sezana e il paese di Orlek, negli anni 1934/35 è fu costruita dall’esercito italiano su circa 5 ettari di terreno, come magazzino per gli esplosivi e l’apparato bellico. Il complesso era recintato da un muro di cemento e da una rete. Delle otto torri di vedetta a oggi se ne sono conservate cinque. Si possono notare anche i pilastri della porta d’entrata. Nella polveriera c’erano 27 edifici: i depositi, l’amministrazione, la guardiola, le vasche aperte e un pozzo. I depositi erano ubicati in fossati profondi dai 3 ai 4 metri e, in superficie, erano circondati da terrapieni di pietre e terra. Dopo l’8 settembre la polveriera passò all’esercito tedesco e alla fine della guerra all’amministrazione militare anglo-americana fino al 15 settembre 1947.
Continuando negli spazi della polveriera le indicazioni conducono alla Voragine dei Corvi (Golokratna Jama) ed al suo belvedere.
La Voragine dei Corvi, sulla quale volteggiano spesso stormi di questi uccelli, è, dopo quelle di S. Canziano, la più ampia ed imponente di tutta la Carsia. Il bordo, quasi circolare, ha un diametro di 65 m. e le pareti, intersecate da ampie spaccature, scendono verticalmente; alcuni alberi si abbarbicano nelle fessure della roccia e gettano la chioma nel vuoto; anche muschi e licheni vi vegetano a profusione. Lo scandaglio lungo la parete SO, tocca il fondo della voragine a una profondità di 110 m. La parete opposta invece, cioè quella rivolta a NE, va giù per 74 m. Sul fondo l’attenzione è attratta subito da un’ampia volta semiellittica, che si apre sotto la parete SO della voragine. La volta, sforacchiata da tre alti camini, larga oltre 50 m. e alta 40 m., forma l’ingresso di un cavernone nel quale s’interna il piano inclinato. I detriti cessano a una profondità di 119 m. sotto il livello del terreno esterno, per far luogo ad un ultimo tratto lungo 33 m, tutto sconvolto per la presenza di blocchi crollati dalla volta. La massima profondità della voragine è di 129 m. ed è rischiarata dalla luce naturale. Eloquenti testimonianze farebbero supporre che sotto questa voragine scorra il Timavo che poi passa per la grotta di Trebiciano. La draga di Orle e la dolina di Percedol devono certo stare in relazione per la loro genesi con questa voragine, essendo allineate nella stessa valle carsica, probabile risultato del lavorio di erosione dello stesso fiume, che in epoca remotissima la percorreva alla luce del sole, per poi, successivamente, sparire nelle viscere della terra, lasciando non dubbie tracce del suo passaggio. Nella Voragine dei Corvi, supposto che il fondo, ora celato dai detriti, sia piano, risulterebbe che la massa di questi detriti non è inferiore a 80.000 mc. La capacità della voragine stessa supera i 300.000 mc, cifra che ci può dare un’idea della quantità enorme di materiale eroso e asportato, e della grandiosità degli spazi, giacenti al disotto, che dovettero accoglierlo.
Si continua in direzione di Orlek, dove verrà fatta una sosta, si ncontinuerà poi in direzione della Dolina di Orlek (Orleška draga), profonda 100 metri e larga 250 che è stata dichiarata “monumento naturale” dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.
La si discenderà per ammirare la conformazione della stessa ed il bosco di carpini bianchi che cresce sul fondo, la risalita sarà la più impegnativa della giornata, proseguendo in direzione del ponte ferroviario per riprendere il segnavia 3. All’epoca della Jugoslavia questo era l’unico punto in cui era permesso attraversare legalmente il confine, per permettere agli escursionisti di attraversare la ferrovia che separa il monte Franco dal Hrib.
Dopo aver superato di pochi passi il ponte si gira a sinistra, nei pressi della dolina dove c’è l’ingresso dell’Abisso di Trebiciano e proseguendo in direzione del Monte Franco/Frankovec (407m) si attraverserà il Bosco Stossich per arrivare alla Stagno di Gropada.
Ancora un ultimo sforzo e si raggiungerà il posto dove soni parcheggiate le auto.
Da qui si raggiungerà il Pub Skala per il tradizionale pranzo/cena a cui seguirà la tradizionale lotteria.
Difficoltà: Escursionistico (E)
Sviluppo: 18 km
Dislivello: 300 m
Cartografia: Tabacco 047, in scala 1:25.000
Ore 8.00 ritrovo e partenza da Piazza Oberdan.
Escursione effettuata con mezzi propri
Direttore d’escursione: AE Maurizio Bertocchi
cellulare sociale della SAG: 353 4556929 attivo solo nel giorno dell’escursione
Quota Soci CAI € 26,00 (cena compresa)
Per i non soci supplemento di € 8,00 per Assicurazione Infortuni e Soccorso Alpino.
Per i Direttori d’escursione attivi nel 2023, la quota sarà di € 13,00.
Menu: antipasto di palačinka impanata, bis di pasticcio, čevapčiči e patate fritte, palačinka come dolce.
Info ed iscrizioni alla Società Alpina delle Giulie, via Donota 2, tel. 040 369067 dalle 17.30 alle 19.30 entro venerdì.