DOBERDÒ DEL LAGO E DINTORNI
Doberdò del Lago (98 m), sent. 77, Centro Visite Gradina (132 m, chiuso…), Casa Cadorna, sent. 72, Marcottini (105 m), sent. 72-77a, Cippo Corridoni (134 m), sent. 77, Fattoria Sociale “Alture di Polazzo” (115 m), monumento ai Caduti Boemi e Moravi, Dolina dei Bersaglieri, Doberdò del Lago.
La Commissione Escursioni della Società Alpina delle Giulie APS e il Gruppo Escursionismo dell’Associazione XXX Ottobre propongono una facile (seppur lunga…) escursione sul Carso di Doberdò, caratterizzata principalmente da una ricca testimonianza sul terreno delle passate vicende belliche del primo conflitto mondiale.
Non si affronteranno significativi dislivelli, solo qualche falso-piano di modesta entità.
L’AMBIENTE
Saremo nel mezzo del Carso monfalconese-isontino, ricco di vegetazione e con evidente carsismo epigeo, con il terreno cosparso da innumerevoli doline naturali. Ma la nostra attenzione sarà calamitata soprattutto dalle molte trincee della Prima Guerra Mondiale, scavate da ambedue gli eserciti, che si fronteggiavano spesso a pochi metri uno dall’altro; prima di passare alla descrizione del percorso, sarà opportuno farsi un’idea di quello che vedremo leggendo le…
Note storiche della Prima Guerra Mondiale (a cura di Livio Marassi)
All’inizio della Grande Guerra sul Carso, il 24 maggio 1915, l’esercito austroungarico preparò la sua linea di difesa lungo la sponda sinistra del fiume Isonzo.
A meridione, dopo il baluardo difensivo della testa di ponte di Gorizia (Podgora – Sabotino) i soldati imperiali si disposero lungo il primo gradino del ciglione carsico di Doberdò, dal monte San Michele al monte Sei Busi. Da queste posizioni dominanti, protetti da formidabili linee di trincee, reticolati e nidi di mitragliatrici, attesero l’attacco dell’esercito italiano.
Le prime Battaglie dell’Isonzo rivelarono immediatamente l’impreparazione dei Comandi italiani alla guerra di trincea, portando all’inutile massacro migliaia di uomini. Lentamente, battaglia dopo battaglia, con grandi sacrifici, i soldati italiani avanzarono sul terreno carsico. L’unico piccolo risultato, fu la conquista delle trincee sul monte Sei Busi durante la Terza Battaglia dell’Isonzo (18 ottobre e il 4 novembre 1915). A ricordo di questi scontri, venne eretto un grandioso monumento nei pressi della Trincea delle Frasche, dove morì il volontario Filippo Corridoni.
Anche da parte austroungarica, negli ultimi anni sono stati restaurati diversi monumenti a ricordare i diversi popoli che componevano il suo esercito, come la cappella ungherese a Visintini e il cippo ai soldati Boemi e Moravi presso le alture di Polazzo.
Un anno dopo, con la vittoria italiana nella Sesta Battaglia dell’Isonzo (6-17 agosto 1916), la forte linea difensiva austro-ungarica, sul bordo più occidentale dell’altopiano del Carso, crollò rapidamente.
Di conseguenza l’intero settore ad occidente del “Vallone” (Carso di Doberdò) venne occupato dagli italiani. Sulle balze rocciose del monte Castellazzo, si svolse uno scontro tra i più sanguinosi della guerra.
Oggi tra i dirupi che sovrastano il lago di Doberdò, si trovano diversi ruderi e testimonianze militari, tra le quali la Casa Cadorna edificata nel 1916 (restaurata nel 1977). Dedicata al “generalissimo” italiano a ricordo di una visita che Cadorna fece alle sue truppe, dopo la conquista.
Con la perdita di Doberdò, gli austriaci furono costretti a ripiegare su nuove posizioni arretrate, organizzando la nuova difesa sul Carso di Comeno ad oriente del “Vallone”, sulle balze carsiche del Nad Logem fino al paese di Oppachiasella (Opatje Selo).
La linea correva davanti all’invincibile roccaforte imperiale dell’Ermada, era questo il fondamentale caposaldo a difesa della città di Trieste.
SACRARIO DEI “CENTOMILA” – REDIPUGLIA
Il più grande Sacrario militare italiano fu costruito nel 1938, sulle balze rocciose del versante occidentale del monte Sei Busi, e sostituì quello attiguo del Sant’Elia, il quale era ormai in degrado e richiedeva una nuova collocazione e sistemazione. L’opera è grandiosa, molto scenica, ma allo stesso tempo austera e semplice. Si tratta di una maestosa scalinata, formata da 22 gradoni, su cui sono allineate le tombe dei caduti, alla base si trova, isolata, la tomba del Duca d’Aosta, Comandante della Terza Armata, fiancheggiata dalle tombe dei suoi generali morti in battaglia. Vista da lontano l’opera dà l’immagine di una antica legione romana, con il poderoso schieramento sul campo di una grande unità militare di centomila soldati, con in testa il suo comandante.
Il monumentale cimitero custodisce 100.187 caduti, di cui solo 40.000 noti.
DESCRIZIONE DEL PERCORSO
Parcheggiate le macchine nei pressi della chiesa del paese, si seguiranno tra le case i segnavia CAI; poco dopo si uscirà allo scoperto e si guadagnerà il ciglione che domina la grande conca con il lago al centro. Si troverà subito il Centro Visite Gradina, momentaneamente chiuso, e si continuerà su un piacevole sterrato largo e panoramico, che dopo un po’ si restringe a sentiero. Si passerà un breve tratto stretto ed esposto, da superare con un minimo di attenzione, subito prima della Casa Cadorna; questa è una piccola costruzione in pietra che domina il lago, dalla quale si saliranno degli alti gradini rocciosi aiutati da un cavetto corrimano (è questa l’unica difficoltà del percorso, che si può evitare facendo un comodo sentiero alternativo).
Continuando il percorso si passerà davanti ad un tabellone naturalistico sugli stagni di Mikoli, incassati nella vicina dolina. Si arriverà così alle case di Marcottini/Poljane, si attraverserà il paese e ci si inoltrerà nuovamente nel bosco.
Girando due volte a sx negli incroci seguenti, si andrà ad imboccare il segnavia 77a, che ci porterà al Cippo Corridoni, una grande stele in pietra con dedica al sindacalista rivoluzionario qui morto nell’ottobre 1915. Qui sono sistemate delle panchine e sarà comodo per noi farvi la sosta per il pranzo al sacco.
Ripreso il cammino, al primo bivio si girerà a sx, segnavia CAI 77, si arriverà ad una strada asfaltata con pochissimo traffico e su questa si girerà a dx. Incrociata un’altra strada, si proseguirà dritti seguendo l’indicazione Alture di Polazzo. Poco prima di arrivare all’ex agriturismo (ora fattoria sociale dedicata all’inclusione) si vedrà un modesto monumento eretto nel 2001 e dedicato ai soldati boemi e moravi morti sul suolo italiano. Poco dopo si arriverà alla struttura e saremo accolti da alcuni… alpaca (non sarà una allucinazione!!). Qui purtroppo non sarà possibile fare una sosta e, fatte alcune foto a questi curiosi animali, si proseguirà dritti. Superato un cartello ambiguo e non più aggiornato, che ci precluderebbe il proseguo, dopo un po’, girando a sx, si seguirà un tratto dell’oleodotto, che ci avvicinerà al grande Cimitero Monumentale di Redipuglia. Per vederlo dall’alto e visitare la sobria cappella e il museo annesso, si sarebbe dovuta fare una deviazione di 1 km, ma siccome nel periodo invernale è chiuso di domenica, si tralascerà questa visita. In alternativa, si andrà a vedere la“dolina dei Bersaglieri”, con monumento annesso.
Tornati sulla strada, ci si indirizzerà verso Doberdò, passando per il Museo all’aperto del Monte Sei Busi, ovviamente anche questo tracciato da varie trincee. Arrivati in paese, forse si avrà la possibilità di trovare un locale aperto per bere una bevanda calda, prima del rientro a Trieste.
Difficoltà: Escursionistico (E)
Sviluppo: 19 km
Dislivello: 100 m
Cartografia: Tabacco 054, in scala 1:25.000
Ore 8.00 ritrovo e partenza da Piazza Oberdan, rientro previsto a Trieste verso le ore 18.
Escursione effettuata con mezzi propri
Direttore d’escursione: AE Maurizio Toscano
cellulare sociale della AXXXO: 339 4681850 attivo solo nel giorno dell’escursione
Quota Soci CAI € 5,00 (inclusiva del contributo per le spese di sopralluogo)
Per i non soci supplemento di € 13,00 per Assicurazione Infortuni e Soccorso Alpino.
Info ed iscrizioni alla Società Alpina delle Giulie, via Donota 2, tel. 040 369067 dalle 17.30 alle 19.30 entro venerdì.