PHOTO GALLERY – TRIESTE-CHERSO-TRIESTE
Ritorna, a sei anni dalla prima edizione, la Trieste-Cherso-Trieste.
Gita in MTB in autosufficienza, impegnativa ma altamente appagante per i posti attraversati, storicamente cari ai Vulkan.
1° giorno – 7 giugno 2024
Trieste-Podgorje-Jelovice-Racja Vas-Veprinac-Veli Planik-Poklon
64 km – 1700 m dislivello positivo
Il ritrovo è fissato alle ore 08.30 al piazzale di Moccò, tradizionale punto di partenza della Lanaro Granfondo.
La prima sosta è a Draga Sant’Elia, dal Gomer dove, oltre all’immancabile caffè non può mancare il vov fatto in casa da Chiaretta.
Si prosegue lungo la ciclabile che abbandoniamo a Miheli per i lavori al raddoppio della ferrovia Capodistria-Divaca e dopo poco meno di un’ora siamo nella piana che precede Podgorje.
Alle 10.45 siamo a Jelovice e, se normalmente la tappa anche solo per una birra qui è una tradizione, oggi la sosta diventa un obbligo! Da qui fino a fine tappa, a Poklon (Monte Maggiore), non ci sarà nessun tipo di ristoro né tantomeno rifornimento d’acqua, fatta eccezione per la fontana di Racja Vas (se la porta sarà aperta).
Si riparte dopo circa un’ora percorrendo il “solito” taglio che porta sopra Dane dove d’inverno spesso sulla neve si trovano tracce di orso ed in primavera con uno sguardo attento le stesse si possono trovare lasciate nel fango delle pozzanghere. Questa volta nulla, troviamo solo orme di cervi e cinghiali.
Arrivati sull’asfalto sopra Dane ricordiamo ad Azzi la sua prima gita scialpinistica partita proprio da qui parecchi inverni fa con obiettivo la Sbevnica…!
Proseguiamo sull’asfalto all’ombra della faggeta dopo Dane e dopo meno di mezz’ora arriviamo a Racja Vas.
Tentiamo il ristoro a casa del nostro amico “Tomo” ma non è in casa. Non resta che inerpicarsi per la larga carrareccia del Veprinac che si snoda nel bosco e dopo circa 20 minuti raggiungiamo il primo scollinamento panoramico da cui si vede il mare.
Si prosegue tra saliscendi che attraversano doline ed affioramenti calcarei di rara bellezza. Immersi nella natura incontaminata e circondati dai colori della primavera, dopo circa mezz’ora arriviamo alla “casa dei cacciatori” più volte utilizzata dai Vulkan negli anni passati per le loro scorribande “all season” diurne e notturne da queste parti e qui ci regaliamo una sosta.
Si riparte dopo 25 minuti, prossima meta il Veli Planik.
Il percorso si snoda prevalentemente in salita tra magnifici boschi e dopo un interminabile “strappo” raggiungiamo lo scollinamento del Planik.
Ancora “caldi” della salita appena affrontata, l’invito di andare a piedi in vetta al Planik (10 minuti circa) viene declinato da tutti. Dopo poco però, ripreso fiato e pensando “chissà quando avremo l’occasione di tornare da queste parti con una giornata simile”, 4 su 5 abboccano e la ricompensa è immediata… uno spettacolare panorama si apre davanti agli occhi dei 4. Con l’occasione si “marca” il contenitore del libro di vetta e, dopo una foto ricordo, si ritorna alle bici.
Il dislivello è praticamente finito e da qui fino a Poklon il percorso è decisamente scorrevole.
In poco meno di un’ora si ritorna nel mondo “civile”. Siamo al centro visite di Poklon, inizialmente scambiato per il rinnovato “rifugio Poklon”, luogo della nostra sosta notturna (dove non è prevista né la cena né la colazione).
Doverosa e meritata sosta pivo.
Dopo una mezz’ora circa raggiungiamo, 200 m più avanti, il rifugio Poklon, non prima però di aver prenotato alla gentile signora del bar del Centro Visite le brioches ed i burek per la colazione di domani.
Attimo di “terrore” quando alla domanda “dove sono le docce” la risposta che riceviamo è “ ma qui non ci sono docce”.
Il problema viene risolto brillantemente lavandosi “a pezzi”, allagando letteralmente il bagno che disponeva di un lavandino che nemmeno quello della Barbie penso sia così piccolo.
Birre fresche non mancano quindi il ripristino salino prosegue egregiamente.
Alle 18.45 e dopo 64 km percorsi con 1700 m di dislivello, ci incamminiamo a piedi verso il Dopolavoro, l’unico posto in cui sia possibile cenare. Ed è subito festa! Dopo due ore di “recupero calorie”, stanchi e soddisfatti ci incamminiamo verso il rifugio.
2° giorno – 8 giugno 2024
Poklon-Mala Ucka-Bersezio-Brestova-Porozina-Cherso-Loznati
70 km – 1300 m dislivello positivo
Sveglia alle 07.00 con uno splendido sole e cielo terso.
Mini colazione (caffè con qualche biscotto offerto dal gestore del rifugio) ed alle 08.30 siamo al Centro Visite Poklon per la colazione “seria”.
Alle 09.30 si parte per la traversata a mezza costa del Monte Maggiore.
Ripassiamo davanti al “Dopolavoro” senza sosta questa volta e, dopo aver perso un 100 m di dislivello sull’asfalto, svoltiamo a sinistra per imboccare la strada con direzione “Mala Ucka”. Subito la strada parte in salita in un bel bosco e poi costeggiando una veccia cava, per le solite “facili roccette….” raggiungiamo l’ampia sterrata che arriva dal “Mala Ucka”.
Un paio di chilometri ed arriviamo alla sella da cui inizia la discesa verso il mare.
Dopo un quarto d’ora di discesa arriviamo al bivio che prosegue verso ovest (percorso del 2018) risale verso il mezza costa e poi scende sulla statale verso Brestova. Quest’anno giriamo verso Est per raggiungere Bersezio.
Ancora 15 minuti di carrareccia tra i boschi senza grandi dislivelli ed arriviamo sull’asfalto. E qui Rai ci abbandona causa dolore al polpaccio che dal mattino non è ancora passato. Noi proseguiamo verso Bersezio con i primi scorci su Cherso.
Arriva finalmente la sosta a Bersezio per una meritata pivo. Sosta breve, perché dopo poco più di un’ora, alle 13.00, ci aspetta il traghetto a Brestova. Una volta saliti sul ferry, finiamo i burek avanzati dalla mattina.
Sbarchiamo alle 13.15 e proviamo a seguire le informazioni ricevute sull’esistenza di un sentiero “appena rifatto” che da Porozina porta sulle alture sopra Belj. Il sentiero inizialmente ciclabile fa ben sperare ma poco dopo diventa un inferno. Torniamo sui nostri passi e saliamo su asfalto, asfalto che è stato appena posato e la calda giornata non aiuta….
Dopo circa mezz’ora di pedalata in salita dove ognuno pedala al suo ritmo, ci si rincontra tutti al bivio per Belj. Da qui ancora poca salita e poi tutta discesa fino a Cherso dove non si può rinunciare ad una sosta rinfrescante al campeggio Kovacine.
Alle 16.30 si riparte alla volta di Loznati e sul lungomare ci raggiunge l’Oracolo che si fermerà a rinfrescarsi per poi raggiungerci da Bukaleta.
Noi passiamo per il centro storico e, dopo circa 40 minuti di salita con la vista di Cherso dall’alto, arriviamo finalmente a Loznati dove il cameriere del ristorante, probabilmente un mago nella lettura del pensiero o forse ha solo visto in che condizioni di disidratazione siamo arrivati, si presenta con spritzoni freddi per tutti.
Alle 18.15 prendiamo possesso delle due stanze e alle 19.45 tutti a tavola, dove anche stasera non ci facciamo mancare niente.
3° giorno – 9 giugno 2024
77 km – 1200 m dislivello positivo
Colazione alle 08.00 ed alle 09.00 pronti a partire. L’Oracolo, in moto, oggi si darà alla pesca. Basta guardare le foto della sua stanza per farsi un’idea di quanto sia pronto per la “mattanza”.
Il tempo di fotografare i grifoni che volano sopra l’appartamento (sì, non è una macchia sull’obiettivo) e via per un sentiero in quota che parte subito fuori Loznati e che speriamo porti sopra il bivio per Merag, passata Cherso.
Il sentiero promette bene, tra cancelli elettrificati e pecore e capre in ogni dove, spettacolari scorci dall’altro verso Cherso e ancora altri cancelli.
Nononstante i numerosi salti di quota il sentiero si rivela ottimo e ci consente di ridurre il dislivello che avremmo dovuto fare prendendo l’asfaltata scendendo fino a Cherso.
Seguiamo la stessa variante panoramica del 2008 per raggiungere il traghetto per Cherso e saltiamo al volo sul traghetto per Veglia.
Una volta sbarcati seguiamo un gruppo di canadesi in MTB che prendono uno sterrato sulla dx appena scesi dal traghetto. Li abbandoniamo dopo poco per proseguire sempre su sterrato verso il ponte di Veglia.
Sosta pranzo alla Konoba Furesti vicino a Malinska. Ripartiamo alle 14.10 ed alle 15.55 siamo al ponte. Proseguiamo per Buccari e dopo un tratto in pianura saliamo per scollinare la raffineria INA di Fiume. Ancora qualche chilometro e poi scendiamo sul mare, prima di Fiume, con una rigenerante sosta pivo.
Ripartiamo per le 17.00 e, alle 17.45, siamo in stazione a Fiume, stanchi ma soddisfatti.
Il treno parte puntuale alle 18.25. Alcuni scendono a Sezana e qualcuno ad Opicina.
Alle 21.10 l’arrivo a casa.
E un’altra mitica gita si è conclusa con successo nel perfetto rispetto del motto Vulkan “Lotta alla noia ciclistica”.
