PHOTO GALLERY – FLAVIO GHIO SU GUGLIELMO DELVECCHIO
Ieri sera, in una Sala Proiezioni della Società Alpina delle Giulie APS gremitissima di appassionati di alpinismo e storia dell’alpinismo, Flavio Ghio ha raccontato la vita, i pensieri, le vie, le amicizie, le riflessioni e le passioni dell’alpinista triestino Guglielmo Delvecchio (Trieste 1921 – Pordenone 2009).
Una serata tra narrazione e evocative ed affascinanti foto d’epoca che hanno ripercorso dapprima le esperienze da speleologo, passando poi all’alpinismo con le ripetizioni e le aperture di nuove vie sul nostro territorio, tra la Val Rosandra e la Napoleonica, fino alla prima puntata in Dolomiti, sulle orme del mito Emilio Comici, per emularlo sulle Tre Cime di Lavaredo, in un periodo in cui le vicende della Seconda Guerra Mondiale segnano profondamente la vita del Paese, mentre la Storia corre e travolge drammaticamente alcuni dei compagni di avventure di Delvecchio.
Con la Liberazione il primo pensiero del nostro è di tornare al più presto in Dolomiti e così fa con l’amico Mario Mauri, in quella che diventerà una delle esperienze più significative per Delvecchio.
Nel 1933 Comici aveva aperto la sua via sulla parete Nord della Grande di Lavaredo. Delvecchio, nel 1945, sarà il primo triestino a ripercorrerla, dopo ben 12 anni!
Seguono nel 1946 le 5 prime ripetizioni di vie di Emilio Comici sulle Dolomiti.
Arriva poi il momento di quelle che Ghio chiama le “vie parallele” di Delvecchio, nel 1947, 1952 e nel 1965 il nostro inizia ad aprire nuove vie vicino a quelle aperte da Comici, interpreta liberamente il Maestro, creando e non più ripetendo.
Guglielmo Delvecchio incarna dunque i valori del Maestro ma aggiornandone l’immagine, con le sue arrampicate trasforma il mito in un simbolo atto a stimolare le nuove generazioni all’arrampicata influendo decisivamente sulla rinascita dell’alpinismo triestino del secondo dopoguerra.
Nella sua vita da speleologo e alpinista Delvecchio ha corso molti rischi ma non ha mai attribuito i propri successi alla forza e all’eroismo – come si era usi fare prima, nel Ventennio -, ha sempre avuto la tendenza a descriversi come “fortunato”, imputando alla Fortuna il merito d’averlo aiutato a compiere certe imprese, non ha mai parlato in termini di “vittoria sulla montagna” e, proprio per questo, è da considerarsi un antieroe.
Sul concetto di “Fortuna” scriverà e rifletterà in più di un’occasione, quasi fosse una nota distintiva di analisi delle proprie imprese alpinistiche.
La conferenza di Flavio Ghio “Le Vie Parallele di Guglielmo Delvecchio” è stata anche l’occasione per presentare l’ultimo numero della rivista Alpi Giulie (anno 118 n. 1/2024) curato dallo stesso Ghio e dedicato interamente alla riscoperta di Guglielmo Delvecchio, “l’eroe pallido”, grazie anche a della documentazione inedita fornita dalla famiglia, presente in sala.
La rivista è disponibile in formato pdf al link https://caisag.ts.it/alpi-giulie-luglio-2024/