MONTE ROSSO / BATOGNICA (2165 m)
DOMENICA 30 GIUGNO 2024
Parcheggio Planina Kuhinja (1000m), Planina Leskovca (1226m), quota 1862, Jezero Lužnici (1802m), Batogniško sedlo (2068m), Batognica/m. Rosso (2165m), Krnska škrbina (2058m), Planina Slapnik (1250m), parcheggio.
La Commissione Escursioni della Società Alpina delle Giulie APS e il Gruppo Escursionismo dell’Associazione XXX Ottobre propongono la salita al monte Rosso 2165 metri (Batognica in sloveno) nelle Alpi Giulie orientali.
La montagna domina l’Alta valle dell’Isonzo, in territorio sloveno.
Dal punto di vista escursionistico è una meta molto ambita, dalla cima il panorama spazia dal Mar Adriatico a tutto l’arco alpino Orientale.
Dal punto di vista storico, è famosa per esser stata molto contesa durante la Prima Guerra Mondiale 1915-18.
La nostra proposta prevede la salita con un itinerario ad anello, sul versante meridionale, con partenza/arrivo dal parcheggio della Planina Kuhinja.
DESCRIZIONE DEL PERCORSO
Raggiunto il parcheggio nei pressi della Koča na Planini Kuhinja, inizia l’escursione con una buona carrareccia che sfiora la planina Kašna e poi con un lungo traverso raggiungerà la rustica planina Leskovca. Seguendo il segnavia, s’incomincerà a guadagnare quota grazie a un sentiero con segnavia che va a raggiungere quello proveniente dalle planine Petrovč e Sleme.
Durante la Grande Guerra qui c’era il fronte della prima linea difensiva austriaca. Con una lunga serie di tornanti si salirà fino all’imbocco di una lunga valle nascosta racchiusa fra alti monti, impreziosita al centro da un incantevole laghetto, il Jezero v Lužnici, posto a 1801 m.
Attraversata tutta la valle, con un bel percorso che taglia pressoché orizzontalmente i vasti ghiaioni, si giungerà, con un po’ di fatica, alla sella Prag (2068 m) posta ai piedi del monte Rosso-Batognica. Si salirà, senza particolari difficoltà, fino toccare la cima del monte Rosso, a 2165 m, costituita da un grande pianoro. Qui, più di cent’anni fa, per tutta la durata della Grande Guerra, i due eserciti si affrontarono tragicamente con trincee vicinissime.
Sulla cima si farà la sosta pranzo e si potrà godere di un panorama a 360° sulle vette circostanti, mentre verso sud, si osservano le Prealpi e la pianura che, assieme al mare, chiude il campo visivo.
Seguendo il segnavia si scenderà lungo il dirupato e ripido versante est, agevolati dalla famosa scalinata intagliata nella roccia.
La scalinata è breve, molto esposta, con un nuovo tratto di cavo metallico utilizzato come corrimano. Prima della scala si trova un’iscrizione in latino scolpita su una pala rocciosa, eseguita dal Battaglione alpino Val Tanaro, a ricordo dei commilitoni caduti. (HOSTIBUS PROFLIGATIS INIQUIS IAMDUDUM FINIBUS FRACTIS FORTITER PATRIAE OB NOVOS PUGNANTES MILITES VALLIS THANARI COHORTIS ITALICAE PRIMAE ALPINAE LEGIONIS…… PRAERUPTO MONTE SANGUINE ….. “MESSI IN FUGA I NEMICI INFRANTE FINALMENTE LE INIQUE FRONTIERE E COMBATTENDO VALOROSAMENTE PER I NUOVI CONFINI DELLA PATRIA I SOLDATI DEL BATTAGLIONE VAL TANARO DEL PRIMO REGGIMENTO ALPINI MEMORI DELLA RELIGIONE DELLA STIRPE QUI SULLA SCOSCESA VETTA DEL MONTE ROSSO”…)
Alla fine si scende alla sella Sonza-Krnska Skrbina (2058 m). Venne chiamata dagli alpini “Colletta Sonza”, in onore del maggiore Cornelio Sonza che conquistò la quota 2.050 occidentale del monte Rosso e, pochi giorni dopo, morì sulla stessa forcella.
>> Se i tempi saranno rispettati e le condizioni meteo saranno discrete si potrà fare una deviazione per raggiungere il confortevole rifugio Gomišckovo zavetišce na Krnu (2.182 m). e di seguito anche (i più allenati!) la cima del monte Nero (2.244 m). <<
Si prosegue la discesa lungo l’importante mulattiera, ancora oggi in buono stato, che fu la principale via d’ accesso italiana al monte Nero durante la Grande Guerra. Essa discende, con frequenti tornanti, il versante sud costituito dall’uniforme pendio erboso, chiamato il “Lavador”, che rende inconfondibile il profilo del monte Nero.
Il panorama continua a essere maestosamente aperto verso meridione. Seguendo le chiare segnalazioni, si prenderanno le scorciatoie che tagliano la strada di servizio della planina Slapnik e della planina Zaslap, fino a rientrare al parcheggio.
NOTE STORICHE:
All’inizio della Grande Guerra, il primo vero successo italiano è stato sicuramente la conquista del monte Nero (Krn). Nonostante non si rilevò un evento decisivo nel quadro strategico generale del fronte isontino, (la prima linea da quel giorno rimase pressoché invariata per i successivi 28 mesi), è comunque giustamente famoso per l’eccezionale impresa alpinistico-militare condotta dagli alpini.
Notte del 16 giugno 1915, centinaia di alpini si avvicinarono silenziosi al monte Nero, la manovra militare scattava simultanea alle ore 02.45. Due compagnie del Battaglione Exilles e quattro compagnie del Battaglione Susa andarono all’assalto. Di roccia in roccia, superando dirupi, creste, ghiaioni, nel buio della notte, gli alpini italiani riuscirono a cogliere di sorpresa i presidi austro-ungarici. Alle 04.45 la pattuglia di punta, al comando del sottotenente Alberto Picco, conquistava il monte Nero.
L’azione degli alpini fu riconosciuta come impresa straordinaria non soltanto dagli alleati, ma soprattutto dall’avversario. Gli austro-ungarici consideravano imprendibile la montagna, sia per la sua conformazione, sia per le difese che avevano costruito, perciò davanti al successo italiano, per esprimere la loro ammirazione ed il loro stupore, pronunciarono una significativa frase: la conquista del monte Nero è stato un colpo da maestro “giù il cappello davanti agli alpini” (Hut ab vor den Alpin) – tratto dal libro “Am Isonzo” di A. Schalek –.
Da ricordare inoltre che gli alpini del Battaglione Exilles furono fermati dal Comando Italiano mentre continuavano l’avanzata verso est. Fu persa una grande opportunità per la prosecuzione dell’occupazione di un monte, vicinissimo al monte Nero, dalla cima singolarmente piatta, il suo nome era Pohouc, (oggi Batognica). La sua conquista (soltanto della parte ovest) nei due anni e mezzo successivi sarebbe costato un tremendo tributo di sangue, una vera carneficina, al punto da essere rinominato dagli italiani monte Rosso. L’epilogo su questa montagna si ebbe la mattina del 24 ottobre 1917, quando gli austriaci fecero brillare una grande mina sotto la vetta in mano italiana, che provocò un’altra strage ed aprì la strada verso la valle, mentre il presidio degli alpini sul monte Nero rimaneva circondato; era l’inizio della disfatta di Caporetto, l’inizio della XII Battaglia dell’Isonzo…
Difficoltà:Escursionisti Esperti (EE)
Dislivello: +/- 1200 m
Sviluppo: 12 km
Cartografia: Carta Tabacco 066 Tolmin-Krn-Vogel-Rodica, scala 1:25.000
Percorso riservato ad escursionisti allenati e in grado di muoversi su terreni ripidi ed esposti. Decisamente utili i bastoncini
Ore 7.00 partenza da piazza Oberdan, rientro a Trieste verso le 20.00.
Escursione effettuata con mezzi propri
Direttore d’escursione: Livio Marassi
cellulare sociale: 339 4681850 attivo solo nel giorno dell’escursione
Quota Soci CAI € 7,00 (inclusiva del contributo per le spese di sopralluogo)
Per i non soci supplemento di € 13,00 per Assicurazione Infortuni e Soccorso Alpino.
Info ed iscrizioni alla Società Alpina delle Giulie, via Donota 2, tel. 040 369067 dalle 17.30 alle 19.30 entro venerdì.