MONTE PERALBA (2694 m) O MONTE OREGONE (2394 m)
Giro A: giro ad anello in senso antiorario con partenza/arrivo al posteggio della Val Sesis a quota (1815 m) passando per il sentiero attrezzato dei Fortini, la forc. del Monte Chiadenis (2209 m), il Rifugio Calvi (2164 m), la via Ferrata Sartor, la cima del Monte Peralba (2694 m) con discesa per la via normale Ovest fino al rifugio Sorgenti del Piave (1830 m)
Giro B: Parcheggio poco prima del Rif. Sorgenti del Piave (1815 m), sent. CAI 132, Rif. Calvi (2164 m), P.so Sesis, P.so del Castello, m. Oregone (2394 m) e ritorno per lo stesso itinerario.
La Commissione Escursioni della Società Alpina delle Giulie e il Gruppo Escursionismo dell’Associazione XXX Ottobre propongono due diversi itinerari con difficoltà diverse: il primo per EEA sul monte Peralba, il secondo per E con meta il monte Oregone.
Questa escursione si svolge in un ambiente unico e grandioso, di elevato interesse paesaggistico, geologico, botanico nonché storico.
Può essere classificata di difficoltà medio-alta in quanto, pur non presentando particolare dislivello né lunghezza, l’ambiente severo in cui si svolge richiede una buona esperienza di montagna, passo sicuro, assenza di vertigini e consiglia un buon livello di allenamento per poter godere appieno della bellezza del percorso.
Il Peralba è la più alta tra le montagne sappadine e si innalza possente tra le valli Visdende, Sesis e Fleons. Deve il suo nome al biancore delle sue rocce (per-alba = roccia bianca). Dalle sue pendici nasce il fiume Piave, considerato sacro alla patria per gli avvenimenti storici accaduti sulle sue sponde durante la prima guerra mondiale.
Sul Peralba gli eventi del primo conflitto sono tuttora testimoniati dai molti resti di postazioni, caverne, trincee e filo spinato visibili su tutti i suoi versanti.
DESCRIZIONE DEL PERCORSO A
SALITA: Appena pronti si prende il sentiero CAI 132 con indicazioni per il Rifugio Calvi. Dopo soli 5 minuti si abbandona l’ampia strada sterrata per prendere sulla destra il sentiero evidenziato dai cartelli Rifugio Calvi, Percorso Fortini, Monte Chiadenis. Il percorso è contrassegnato da alcuni poco evidenti bolli rossi; attenzione a non perdere il primo bollo, che contrassegna l’inizio della salita, verso sinistra. Arrivati sotto parete, si gira a destra seguendo delle tracce tra i massi in salita per poi ritrovare il sentiero che costeggia il fianco della montagna.
Trovato il cavo e indossata l’attrezzatura da ferrata lo si segue tra cenge esposte, risalti rocciosi e pendii erbosi fino ad entrare in un suggestivo canalino stretto tra due pareti rocciose, usciti dal quale ci si trova su un bel pendio aperto, sovrastato dai resti di un fortino.
Il sentiero prosegue zigzagando fino alla panoramicissima forcella sopra al Rifugio Calvi (nei pressi della partenza della via ferrata CAI Portogruaro al Pic Chiadenis, che non rientra nel nostro programma). Si scende nell’ampio anfiteatro, sovrastato dalle bianche pareti del Peralba e, dopo essere risaliti al Rifugio Calvi, si seguono le indicazioni verso il Peralba e il Passo Sesis. Dopo una decina di minuti di salita si incontra un bivio che si prende a sinistra, seguendo la traccia fino all’attacco della Ferrata Sartor (targa in marmo alla memoria del Brig. Piepo Sartor e a tutti i caduti).
Indossata nuovamente l’attrezzatura da ferrata, si inizia salendo una placca verticale agevolata da una serie di gradini metallici e si continua seguendo il cavo ben tirato e in ottime condizioni. Le difficoltà della ferrata non sono mai eccessive, per cui si guadagna velocemente quota; la roccia è buona ma la verticalità della parete impone di non far cadere sassi e a prestare attenzione a nostra volta ad eventuali scariche di sassi provenienti dall’alto. Dopo 45 minuti dall’attacco la ferrata termina e inizia la parte forse più impegnativa della parete: per raggiungere la cima bisognerà seguire una non evidente traccetta contrassegnata da sbiaditi bolli rossi su terreno piuttosto friabile fino a raggiungere il crinale di fronte alla via Ovest, la via di discesa per cui si scenderà.
La vetta è a pochi passi: sulla destra si trova una croce in legno e filo spinato, il libro di vetta, una madonnina, una campana, ancora una croce, ma soprattutto una magnifica vista aperta a 360 gradi su Tauri, Giulie, Carniche Orientali, Dolomiti Pesarine, di Forni e Cadorine, Dolomiti di Cortina e di Sesto, Alpi del Gail e Alpi Aurine.
DISCESA: Praticamente di fronte a dove si era sbucati in salita inizia la via normale per il crestone Ovest, valida alternativa alla classica normale che sale da Nord-Est, rispetto alla quale offre il vantaggio di essere molto meno frequentata ma soprattutto di dominare un ambiente veramente grandioso; una discesa “di soddisfazione” che qualche piccola difficoltà lungo il sentiero non riesce a rovinare, a patto di possedere buona esperienza di montagna e sicurezza di passo.
La via è segnata con bolli rossi e rari segnavia piuttosto sbiaditi e serve un po’ di occhio per individuare i punti migliori da percorrere, ad iniziare dalla prima balza friabile, subito sotto il crestone terminale. Scendendo si trovano ben presto degli interessanti resti di postazioni militari, incredibilmente arroccate sul ripidissimo pendio.
Si passa quindi per un tratto veramente aereo e suggestivo, tra una ripidissima gola caratterizzata da irti pinnacoli sulla sinistra e ripidi pendii a destra. Alternando tratti di sentiero più rilassante a paretine dove bisogna arrampicare usando le mani (I grado), si scende in zone più verdeggianti. Nella zona dei mughi si trova una placca liscia ed esposta di una ventina di metri da superare con attenzione (I+).
Entrati nel bosco, si deve ancora affrontare la discesa di due brevi ma lisci risalti. Si potrà finalmente rilassarci solo alla fine dello spallone, dopo aver piegato decisamente a sinistra, si arriva in una bella radura in leggera salita, a pochi minuti dal Rifugio Sorgenti del Piave. Dal Rifugio, dove chi vorrà potrà fermarsi a bere qualcosa, mancano solo 500 metri su strada asfaltata per ritornare alle auto e chiudere l’anello.
NOTE
E’ obbligatorio l’uso di caschetto, imbrago e set da ferrata omologati; l’ultima normativa per i set da ferrata è la EN 958:2017.
Sono consigliate calzature robuste con buona suola. I bastoncini dovranno essere telescopici, visto che dovranno essere riposti nello zaino durante i tratti di via ferrata e di arrampicata lungo la Ovest.
Tre quarti del percorso si snoda su difficoltà EE ed EEA. Il sentiero dei Fortini ha tratti su cengia molto esposta. Le vie ferrate non presentano grosse difficoltà tecniche, ma la Sartor è esposta alla caduta di sassi. La discesa per la normale Ovest presenta notevole esposizione, placche ripide coperte di ghiaino, alcuni tratti da arrampicare dove è necessario usare le mani (passaggi di grado I+) e in alcuni tratti bisogna prestare attenzione alla caduta di sassi. La vegetazione è scarsa o assente per il 90% del percorso … tenerne conto in caso di giornata assolata!
Difficoltà: E, EE, EEA
Sviluppo: 10 km
Dislivello: +/-1000
Cartografia: Tabacco 001, scala 1:25.000
DESCRIZIONE DEL PERCORSO B
Parcheggio poco prima del Rif. Sorgenti del Piave (1815 m), sent. CAI 132, Rif. Calvi (2164 m), P.so Sesis, P.so del Castello, m. Oregone (2394 m) e ritorno per lo stesso itinerario.
Difficoltà: Escursionistico (E)
Sviluppo: 7 km
Dislivello: +/-600
Cartografia: Tabacco 01 – 1:25.000
Ore 6.45 ritrovo e partenza con mezzi propri da piazza Oberdan, ore 20.30 arrivo a Trieste
Direttori d’escursione: Daniela Perhinek, Christian Giordani e AE Maurizio Toscano
Quota soci CAI € 4,00 (inclusiva del contributo per le spese di sopralluogo) – Per i non soci supplemento di € 12,00 per Assicurazione Infortuni e Soccorso Alpino.
ESCURSIONE EFFETTUATA CON MEZZI PROPRI
Il programma sarà strettamente osservato salvo cause di forza maggiore e attuato secondo il regolamento escursioni e condotto ad insindacabile giudizio del direttore d’escursione.
Info ed iscrizioni alla Società Alpina delle Giulie, via Donota 2, tel. 040 369067 dalle 17.30 alle 19.30 entro venerdì.