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Avventure a tutto tondo quelle raccontate dal celebre alpinista Reinhold Messner ne “Il Duca dell’avventura. Le grandi esplorazioni di Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi ” (Mondadori Electa, 2009) che raccoglie le svariate imprese di Luigi Amedeo di Savoia.
Cosa faceva 100 anni fa un Duca di Casa Savoia, figlio e nipote di re?
Lontano dai salotti e del tutto disinteressato a un adeguato matrimonio, Luigi Amedeo, Duca degli Abruzzi, teneva conferenze di grande successo a Londra, Parigi e New York, di fronte a pubblici rapiti dalle sue mirabolanti imprese.
Nell’era delle ultime, grandi esplorazioni, quando ancora la Terra conservava luoghi inesplorati, Luigi Amedeo varcava le colonne d’Ercole del mondo fino ad allora conosciuto.
Ripercorrendo le imprese del Duca, Messner, la voce che da vita a questo racconto, apre un paragone continuo sulle tecniche con le quali il Duca e gli intrepidi uomini al suo seguito riuscirono nelle imprese, con mezzi limitati rispetto a quelli di oggi, ma forti di una passione romantica per l’alpinismo, perseguita con un’applicazione tanto lucida da sembrare quasi pignola, il Duca cercò l’avventura su tutti i terreni sui quali allora ci si poteva cimentare.
Dopo aver messo a segno importanti scalate nelle Alpi, il Duca salì infatti per primo il Sant’Elia in Alaska, nel 1897, conquistò la vetta del Ruwenzori in Africa nel 1906 e guidò una spedizione in Karakorum nel 1909, tentando la salita al K2: per i mezzi dell’epoca la seconda montagna del mondo si rivelò irraggiungibile e il Duca, accompagnato come sempre dalle sue fedeli guide valdostane, fu costretto a rinunciare.
Tuttavia riuscì comunque a ottenere un risultato straordinario, stabilendo sul Chogolisa il record d’altitudine a 7498 metri.
Il volume narra le imprese di questo autentico pioniere, che non si limitano all’alpinismo ma comprendono anche una storica spedizione al Polo Nord nel 1899-1900, due circumnavigazioni del globo in nave e la scoperta, pochi anni prima di morire, delle sorgenti dell’Uebi Scebeli in Etiopia.
