LA BIBLIOTECA SEGNALA…
Dagli scaffali della nostra Biblioteca si fa notare un libro che ci riporta a climi decisamente freschi, quelli della Groenlandia.
In “Dove il vento grida più forte” (2014, Sperling & Kupfer) l’esploratore Robert Peroni racconta l’incontro con gli inuit, il popolo dei ghiacci.
Quando Robert Peroni, trent’anni fa, arriva in Groenlandia per battere l’ennesimo record, si sente sperduto: una famiglia in Italia, e una professione, quella di esploratore, di cui non capisce più il senso. A ridare una direzione alla sua vita sono gli inuit, vero nome degli «eschimesi»: nonostante i bianchi da anni impongano divieti che impediscono loro di vivere dignitosamente, lo accolgono come un amico, perché ogni uomo è solo se stesso e la solidarietà è un dovere. Affascinato da questa cultura, Robert si trasferisce nel centro più grosso della costa orientale, un paese di duemila abitanti, isolato nove mesi l’anno, e ne abbraccia la lingua, gli usi, le regole non scritte. Come il rifiuto di lamentarsi: la fame, il freddo, le privazioni sono accettate con il sorriso sulle labbra, perché soffrire è parte dell’esistenza. Da loro impara ad ascoltare le storie che porta il vento, la bellezza di vivere nel presente e la poesia nascosta nello sciamanesimo. “Dove il vento grida più forte” racconta l’incontro con un popolo straordinario, che ha come unica arma la dolcezza, e con una terra ostile e meravigliosa, in cui la natura è madre e matrigna, dispensatrice di vita e di morte. Robert invita noi «bianchi», che ci riteniamo depositari di una civiltà superiore ma non siamo più capaci neppure di sorprenderci, a guardare quel mondo con occhi nuovi. In fondo, chi sono i veri primitivi: noi, che in trent’anni abbiamo distrutto una civiltà millenaria, o gli inuit, che in quattromila anni non hanno mai fatto una guerra?
Robert Peroni (Renon , 1944), altoatesino, è stato scalatore ed esploratore del team «No limits».
A quarant’anni ha lasciato tutto e si è trasferito in Groenlandia, dove ha fondato la Casa Rossa, residenza turistica ecosostenibile che dà lavoro agli inuit in difficoltà.
Francesco Casolo, milanese, appassionato di viaggi e natura, dopo aver trascorso diversi anni all’estero, è attualmente docente di Storia del cinema ed è da tempo impegnato in campo editoriale.