GOULOTTE CHERE – TRIANGLE DU TACUL, MONTE BIANCO
Triangle du Tacul – gruppo del Monte Bianco
Goulotte Chéré
Dislivello: 350 m ; Difficoltà: D+, II/4, Esposizione: N
Ripetizione: Chiara Specchi – Walter Sterni, 08/05/2023
Arriviamo domenica sera in una Chamonix stranamente deserta, con poche persone in giro in una giornata di pioggia fuori stagione. Prepariamo l’attrezzatura e siamo titubanti: il meteo sembra cambiato nuovamente, il radar svizzero per il giorno dopo segna qualche rovescio di neve e pioggia nel pomeriggio.. “che facciamo rinunciamo? Ma no, decidiamo domani mattina”.
Il giorno dopo ci svegliamo e il meteo è rimasto uguale: “rinunciamo? Andiamo a vedere intanto se riusciamo a prendere i biglietti per la funivia..” Arrivati lì davanti ci sono già un paio di sci alpinisti che aspettano, facce assonnate e c’è un piacevole chiacchiericcio multilingue di sottofondo.
Alla biglietteria ci aspetta una piccola sorpresa: la funivia aprirà con un’ora di ritardo per via della neve della notte.
Partire un’ora dopo aumenta ancora di più la probabilità di non riuscire neanche a fare più di un tiro: “Dai ormai siamo qua, andiamo e alla peggio faremo un giro panoramico”.
Inizia l’attesa: io bevo un caffè mentre Walter controlla compulsivamente la webcam.
Nel frattempo il chiacchiericcio aumenta, arrivano altri alpinisti e anche i primi turisti: chi in pantaloncini corti, chi in cappotto griffato e chi in camicetta. Coraggiosi ad andare a 3800m in sandali: un po’ li invidio a vederli così leggeri mentre sposto il mio zaino pieno di attrezzatura e piumini, termiche di ricambio, guanti leggeri – medi – pesanti – pesantissimi che ho buttato dentro per il solito “non si sa mai”.
Finalmente la funivia apre ma, sorpresa, l’attesa non è finita: la precedenza a salire è di un pullman di cinesi che inizia a registrare e a fare selfie appena si avvicinano al cancelletto, una combriccola di signori anziani che si lamentano di aver aspettato e un paio di famiglie arabe e via avanti così.
Noi un po’ perplessi, le guide alpine con i clienti che aspettano di salire molto arrabbiate. Perché dare la precedenza a chi farà il giro della stazione Aiguille du Midi in infradito a scapito di chi ha le ore contate sul ghiacciaio per via di condizioni meteo e varie variabili?
Schiacciati nella funivia raggiungiamo l’Aiguille du Midi.
Appena usciti Walter inizia il suo mantra preferito: “siamo tardi!!”
Sistemiamo rapidamente gli sci in schiena, i ramponi ai piedi e “voliamo” giù per la cresta. Al pianoro mettiamo veloci gli sci ai piedi e ci dirigiamo verso il Triangle du Tacul.
Neve fresca, sole splendente, magnifico panorama: sotto di noi un tappeto di nuvole, sopra cielo limpido e terso.
Finalmente i vari pensieri lasciano spazio alle emozioni più piacevoli: che bello è essere qua? Il sole splende e la folla della funivia sembra già un ricordo lontano: siamo in pochissimi sul ghiacciaio.
La neve è candida e sugli ultimi metri prima dell’attacco battiamo traccia.
Siamo proprio fortunati, in una delle goulotte più famose e ripetute delle Alpi non troviamo nessuno davanti a noi! Poco dopo ci raggiungono solo una guida con due clienti.
Facciamo uno dei tanti cambi assetto della giornata, su scarponi da ghiaccio, regoliamo i ramponi, prendiamo le piccozze e via si parte veloce che siamo tardi.
Il primo tiro passa veloce, sento già i polpacci tirare dopo pochi metri e il respiro affannoso, gli ultimi mesi al mare sicuramente non aiutano a sopportare la quota (nonostante ci troviamo a poco meno di 4000m).
Il ghiaccio nascosto dalla neve caduta il giorno prima e i tanti spindrift, rendono il tiro di misto interessante: dove agganciare le picozze? Do qualche colpo a vuoto beccando qualche roccia.
Per fortuna salgo da seconda, molto più divertente, un po’ meno per Walter che in 60m mette una protezione sola.
Quando lo sgriderò si giustificherà ridendo così: “tanto se avessi messo altre non avrebbero tenuto”.
Visto il tempo contato andiamo su spediti, l’ultimo tiro lo iniziamo alle 14.45. Walter guarda che così non riusciamo a prendere l’ultima funivia: “Dai muoviti!”. Arrivo all’ultima sosta col fiatone sentendomi alla fine di una gara di speed climbing.
Prepariamo le doppie.
Scendiamo rapidamente come non mai, arriviamo agli sci, cambio di assetto e via spediti verso la stazione della funivia.
Gli ultimi metri a risalire la cresta che stavolta sembra ripida, esposta ed infinita sono lunghissimi: alla fine arriviamo giusto 5 minuti prima della partenza dell’ultima funivia.
Walter si gira: “Bon giornada ciapada”. Quindi cosa facciamo domani?
Chiara Specchi
