PHOTO GALLERY – CONVEGNO ESTIVO IN VAL MASINO
Convegno GARS 10-13 luglio 2025
(e recensione tecnica dello spigolo “Vinci” integrale)
Nel salire faticosamente al rifugio Gianetti emergono dentro di me i ricordi più disparati. Non pochi anni prima godevo dell’ospitalità del “mitico” (Giacomo “Mimmo” Fiorelli) che senza avviso alcuno aspettava sulla soglia del rifugio me ed il mio amico Eugenio appena scappati dal più violento temporale della nostra vita. Sapeva allora che avevamo percorso la via Cassin al Badile e se lo ricorda pure oggi a distanza di due anni. La memoria ha un volto: quel guizzo negli occhi di chi si ricorda, il volto di Mimmo.
Per i “garsini” un convegno in val Masino non è semplice logisticamente, si corre il rischio di limitare la partecipazione all’evento. Fortunatamente le adesioni ci sono state, questa volta anche da parte di qualche amico esterno al gruppo che ha goduto del privilegio di vivere il primo convegno “asciutto” dopo tanti anni. Parlare di bel tempo è inesatto, in effetti le temperature non sono state clementi anche alla luce delle recenti precipitazioni che hanno gonfiato i nevai e coperto di un delicato mantello bianco le pareti granitiche.
In un clima comunque sereno, a volte lattiginoso di nuvole, sono state percorse alcune vie di pregio quali il filo integrale dello spigolo Vinci alla punta Angela e la via Molteni al Badile. Con l’arrivo dell’imminente instabilità (che ha accompagnato tutta la discesa), poi si è scelto di salire il Dente della vecchia per la via di Giulio Fiorelli, padre del gestore Mimmo.
Di seguito alcune informazioni tecniche sull’integrale al Vinci.
Via di grande soddisfazione. Il primo tratto di spigolo/cresta (che il più delle volte viene evitato dagli alpinisti) concorre notevolmente a definire e a completare il dorso della punta Angela. Non solo: seppur molti relatori descrivano la prima parte della salita come obsoleta, noi invece l’abbiamo trovata molto interessante, sia per un paio di lunghezze di corda memorabili in fessura, sia per alcuni tratti di cresta che rimandano alle lunghe traversate in monte Bianco. Bisogna comunque riconoscere che le prime lunghezze sicuramente non siano entusiasmanti.
Trovato l’attacco (rif. Sass Baloss) conviene salire in cresta senza riferimenti cercando le sezioni più semplici. Raggiunta la cresta, la linea diventa molto logica fino a dove si interseca con il canale di salita all’attacco del consueto spigolo Vinci. Due lunghezze in fessura nella prima parte di salita non sono banali, si aggirano attorno al V+.
Personalmente ho trovato la celebre “schiena di mulo” (da non confondersi con quella in Tofana) più difficile del previsto, arrampicata sostenuta di VI/VI+ chiodata e proteggibile ma tendenzialmente obbligatoria. Attenzione che al termine di questa lunghezza non abbiamo trovato una sosta evidente. Questa va attrezzata su buonissimi spuntoni anche integrabili a friends.
Tutti gli spit che molte relazioni dichiarano sono stati rimossi e nella prima parte di spit proprio non ce n’è traccia.
La via è piuttosto lunga e la conserva è difficile da realizzare a nostro modesto parere. Ne sono venuti fuori circa 26 tiri di corda, a volte decisamente scorrevoli, ma comunque quasi sempre in arrampicata. Difficile stimare i tempi di percorrenza: nel nostro caso, considerando l’aver incontrato un paio di cordate sullo spigolo classico che abbiamo deciso di non superare, il giro completo è durato circa 12 ore.
Al termine della via ci si imbatte subito nelle doppie. Attenzione agli incastri delle corde! (un paio nel nostro caso).
Mauro Dall’Argine
06.08.2025

















