Coppa Duca D’Aosta
La Coppa Duca d’Aosta nasce nel 1933 sulle pendici del Monte Canin a Sella Nevea. Per continuità e longevità è tra i più importanti eventi sportivi nel mondo dello sci alpino.
Venne messa in palio da Amedeo di Savoia Duca d’Aosta, che risiedeva all’inizio degli anni trenta a Trieste, nel Castello di Miramare che avrebbe poi lasciato per morire prigioniero in Africa dopo l’eroica difesa dell’Amba Alagi nella 2° guerra mondiale. Militare e sportivo, amava raggiungere i campi di sci di Tarvisio e cimentarsi in una specialità allora non così diffusa come oggi. Era socio dello Sci Club Monte Tricorno di Trieste, che aveva già organizzato, a partire dal 1931, due gare di discesa libera sul Monte Canin.
La gara, una discesa libera, si svolgeva su terreno a dir poco ardimentoso. Si legge: «La gara del Canin è nettamente la più difficile gara di discesa italiana. Il primo tratto, da Sella Monte Forato a Sella Prevala e Conca Prevala, non presenta difficoltà notevoli per chi è abituato ad andare forte. Ma il tratto dal Bila Pec all’arrivo, specie se in condizioni di neve gelata, può impressionare anche lo sciatore provetto. Subito sotto il Bila Pec c’è un pendio ripidissimo che porta ad una zona di montagne russe, dall’aspetto innocuo, ma difficile da superarsi a forte andatura, poiché, data la pendenza, lo sciatore è quasi continuamente lanciato in aria, con sbalzi violenti, che mettono a dura prova la resistenza delle gambe. Il bosco che segue è pure difficile, dovendosi scendere su stretta mulattiera, a svolte acute ed improvvise. Bisogna poi tener presente che alla partenza si arriva dopo ben quattro ore di marcia, in parte su terreno ripidissimo, e che si tratta di un dislivello di oltre mille metri.»
A quell’epoca gli spettatori intervenivano numerosissimi, pagando un pedaggio per raggiungere Sella Nevea per poter assistere alla gara e vedere da vicino i grandi campioni dello sci mondiale.
La Coppa, triennale non consecutiva, veniva assegnata alla Società (nazionale od estera) con i primi due migliori classificati, mentre l’assegnazione definitiva spettava alla società che si fosse aggiudicata il successo per tre anni consecutivi. Alla Società prima classificata nelle singole edizioni veniva assegnata una Coppa simbolica definitiva.
La storia della Coppa Duca d’Aosta è la storia dello sci nella regione, scritta sulle nevi del Canin e del Priesnig; ma è soprattutto la storia dello sci internazionale, perché la Coppa Duca d’Aosta ha il vanto di avere ospitato sempre campioni di valore oppure di averli lanciati, appena affermatisi, appena scoperti ai primi impegnativi cimenti. Thoeni, Girardelli, Alberto Tomba: bastano questi nomi per richiamarci alla massima espressione dello sci mondiale degli ultimi decenni.
Esiste un legame, fra le varie edizioni, al di là della Coppa che ne costituisce il premio ambito da assegnare ai più valorosi? Il legame è sentimentale in primo luogo, ma è soprattutto sportivo, perché l’evoluzione della tecnica sciatoria, dell’attrezzatura, dell’abbigliamento, dei mezzi tecnici sussidiari, l’avvento degli impianti di risalita, è avvenuto per gradi, non da un giorno all’altro. Il progresso dello sci si è sviluppato di anno in anno, di edizione in edizione, quasi inavvertitamente, Questo è stato il più grande miracolo di una Coppa Duca d’Aosta rimasta sempre giovane pur invecchiando.
Quale il segreto di tanto successo? La passione e il volontariato di generazioni di uomini dello Sci CAI Trieste, dagli anni 50 il supporto economico della Regione Friuli Venezia Giulia e la competenza ed il supporto tecnico della Promotur.